Ho rivisto Spirit Cavallo Selvaggio
Chi di noi non ha mai visto Spirit Cavallo Selvaggio?
Sicuramente, questo film non può mancare nella cineteca di ogni appassionato di cavalli che si rispetti, a prescindere dall'età. La prima volta che lo vidi fu poco dopo l'uscita, nel 2003, anno in cui tra l'altro iniziai a praticare l'equitazione, e devo dire che influenzò non poco il mio approccio con questi splendidi animali.
Qualche giorno fa, ho avuto il piacere di rivedere il film insieme al mio ragazzo - che per 29 anni è rimasto quasi completamente all'oscuro di questo capolavoro! - e mi sono trovata a constatare con somma meraviglia che le emozioni datemi la prima volta sono rimaste invariate nel corso del tempo, anzi, crescendo e imparando insieme ai cavalli ho avuto modo di notare dettagli che prima mi erano completamente sfuggiti.
Ecco perché ho deciso di scrivere questo post, e insieme inaugurare ben due rubriche all'interno di questo blog: quella delle Recensioni e quella dedicata ai Cavalli.
Dicono che la storia del West sia stata scritta in sella a un cavallo, ma non è stata mai raccontata da uno di loro.
La storia
Spirit è uno stallone mustang che vive libero nelle praterie statunitensi, fino a quando, una notte, viene catturato da un gruppo di cowboy e venduto come cavallo da guerra in un forte militare. Qui, egli conosce tutta la brutalità dell'uomo, che cerca di piegare la sua volontà attraverso la violenza e la coercizione. Sempre nell'accampamento, Spirit fa la conoscenza con Piccolo Fiume, un giovane Lakota tenuto prigioniero dai soldati, con il quale sviluppa immediatamente una forte empatia.
Ribellatosi all'ennesimo tentativo di domarlo, Spirit riesce a fuggire insieme a Piccolo Fiume, il quale lo porta nel suo villaggio nel tentativo di addomesticarlo. Qui, lo stallone incontra Pioggia, la splendida pezzata del ragazzo, della quale presto si innamora. Quando Piccolo Fiume però capisce che Spirit non permetterà mai a nessuno di montarlo, decide di restituirgli la libertà; ma è proprio quel giorno che le truppe statunitensi attaccano il villaggio, ferendo Pioggia e catturando nuovamente Spirit.
Inizierà quindi un viaggio pieno di pericoli e peripezie, in cui Spirit e Piccolo Fiume lotteranno con tutte le loro forze per riconquistare la libertà e salvare la loro terra.
Un inno alla libertà
Spirit Cavallo Selvaggio non è solo una storia per coloro che amano il cavallo e il suo mondo. Si tratta di un vero e proprio inno alla libertà, in cui la natura selvaggia lotta strenuamente contro l'uomo che cerca in ogni modo di piegarla e sottometterla, invece di ascoltarla e vivere in armonia con essa.
Il selvaggio West è qui raccontato attraverso gli occhi di un cavallo, la cui resa caratteriale è straordinariamente realistica, il quale si trova a dover interagire per la prima volta con l'uomo, provando verso di lui sentimenti contrastanti: curiosità, terrore, rabbia, e infine fiducia.
Ciò che colpisce maggiormente di questo cartoon, oltre alla straordinaria animazione in 2D e 3D della Dreamworks, che ancora oggi resta a mio parere insuperata, è anche la grande attenzione alla resa realistica dei personaggi, i quali si discostano dalla poetica favolistica disneyana (ad esempio, nessuno dei cavalli parla; l'umanizzazione degli animali è estremamente ridotta) per riprodurre fedelmente atteggiamenti e modi di comunicare propri di questi animali in natura.
Selvaggio a chi?
Con gli occhi di chi conosce molto bene questi splendidi animali, è stato impossibile non notare un'ulteriore chiave di lettura di questo film: quella del rapporto tra uomo e animale.
Così come avviene per la natura, la dicotomia tra l'uomo che vuole sottometterla a tutti i costi e l'uomo che invece vuole vivere in armonia con essa si riassume nell'approccio che i due "umani" principali hanno con Spirit: il colonnello e Piccolo Fiume; approcci che tra le altre cose sono riconducibili anche alle varie tecniche di doma e addestramento che nel corso dei secoli si sono sempre fronteggiate - e scontrate - quando si ha a che fare con questi splendidi animali.
Il colonnello è un uomo militare, rigoroso e promotore di disciplina: l'accoglienza che riserva a Spirit non è affatto diversa da quella che egli mostra verso qualsiasi altro cavallo, a prescindere dal carattere, provenienza e stato d'animo; la priorità è avere quanto prima un destriero affidabile e sottomesso, la cui volontà viene piegata e imbrigliata attraverso il morso e gli speroni. Quando lo stallone tenta di ribellarsi, egli lo punisce privandolo del cibo e dell'acqua per giorni interi; la doma è brutale, spesso violenta, e il cavallo si trova spesso in situazioni che non capisce, e le cui reazioni altrettanto violente sono spesso basate sulla paura.
Completamente diverso è invece l'approccio di Piccolo Fiume, il quale conduce Spirit in un tondino (un piccolo recinto circolare assai impiegato nell'equitazione naturale), cercando di metterlo a suo agio attraverso l'ascolto e l'osservazione delle sue emozioni, e allo stesso tempo insegnandogli il rispetto e la fiducia reciproca. I cavalli del suo villaggio infatti non sono semplici mezzi di locomozione, ma compagni e partners della vita quotidiana, i cui mantelli sono spesso ornati con decorazioni e piume sgargianti, quasi a voler denotare l'affetto degli umani e allo stesso tempo l'unicità dei loro caratteri.
Al contrario del colonnello, Piccolo Fiume sa aspettare che la natura faccia il suo corso, accettando anche il rifiuto da essa e mettendo al primo posto il rispetto verso l'animale, senza forzature, riuscendo infine a cavalcarlo solo nel momento in cui riesce a essere completamente accettato da lui, trovandosi a combattere per gli stessi fini come due veri e propri partners.
Imparare ad amare
Spirit Cavallo Selvaggio è anche una storia di amicizia, benché tra due creature completamente diverse: uomo e cavallo, predatore e preda.
Un'amicizia basata sul rispetto, l'ascolto, ma anche la prontezza a sacrificarsi per il prossimo: è così infatti che Piccolo Fiume decide di lasciar andare Spirit, riportandolo alla libertà perduta e lasciandolo galoppare verso il proprio destino insieme a Pioggia.
Il nome Spirit gli è dato proprio dal giovane indiano, che trasforma un cavallo selvaggio nel suo migliore amico, al pari della volpe con il Piccolo Principe: il nome stesso è indice di un legame che durerà per tutta la vita, anche se loro saranno lontani.
Spirit Cavallo Selvaggio è un film che consiglio a tutti, grandi e piccini, per l'infinità di valori che esso trasporta: la sua visione suscita emozioni a un pubblico di ogni età, e ancora oggi ci dà occasione di riflettere profondamente sul nostro rapporto con la natura, sul nostro essere umani e parte di un universo infinitamente vasto e meraviglioso.
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