LE RAGAZZE DI "LUCE E TENEBRA"
Hanno tra i quindici e i venticinque anni. Sono vissute intorno alla metà del Settecento, in una delle città più magiche e affascinanti del mondo, ammirandone il massimo splendore e la decadenza. Hanno cavalcato il mutare di un'epoca, verso la rottura che a fine secolo avrebbe trasformato per sempre l'Europa e il mondo.
Si chiamano Colomba, Anna, Margherita, Ofelia e Charlotte. Sono le ragazze della trilogia de La Compagnia della Serenissima. Delle giovani che non si sono rassegnate al loro ceto sociale, o il semplice fatto di essere donne. Per loro, essere mogli o madri non è la priorità. Sono delle ribelli, delle rivoluzionarie ante litteram, delle persone che hanno osato sfidare il destino e scriverlo di proprio pugno. A volte con ogni mezzo. Anche a costo di perdere.
Colomba, la Dama Nera
Occhi neri come la notte, pelle diafana e lunghi boccoli corvini che le arrivano fino alla vita: Colomba Naradin non rientra di certo nei canoni di bellezza dell'epoca. Di costituzione sottile e slanciata, sembra più un elfo che una prosperosa nobildonna ritratta da Giambattista Tiepolo. Tuttavia, Colomba possiede delle doti decisamente fuori dal comune.
Incredibilmente intelligente e scaltra, dotata di un grande cuore e un'abilità innata nel combattimento, Colomba lotta con le unghie e con i denti per ribellarsi al proprio destino di prigionia tra le mura della Ca' Rosa, trovando il coraggio di inseguire la libertà e l'amore. E, nel momento in cui i suoi cari si troveranno in pericolo, non esiterà a sacrificare la sua stessa vita pur di proteggerli.
L'incontro con Luigi, però, cambia ogni cosa. Colomba inizia a crescere. A guardarsi intorno. A cercare risposte nel mondo che la circonda. A mettersi in discussione. E lentamente ad accettare se stessa.
Il suo personaggio è ribelle e tormentato, fragile e forte allo stesso tempo. E' un'adolescente come tutte le altre, per quanto lontana nel tempo. Si sta affacciando per la prima volta in un mondo ostile, e allo stesso tempo sta accettando i mutamenti del proprio corpo che lentamente inizia a diventare adulto.
Ofelia, la bianca vendicatrice
Davanti a lui era apparsa un'alta figura completamente vestita di bianco. Bianco era il lungo abito che la ricopriva fino a piedi. Bianco era il mantello che le ricadeva gonfio di pieghe sulle spalle e sul capo. Bianca era l'impassibile maschera che indossava, solcata da ghirigori dorati attorno agli occhi obliqui e assenti.
Con un solo gesto delle dita inguantate, la maschera di cartapesta cadde a terra, rivelando il volto pallido di una giovane donna la cui bellezza appariva spenta da un'indicibile sofferenza. I capelli di un biondo perlaceo erano raccolti in un'elaborata acconciatura sulla nuca, scoprendole il viso dai tratti a un tempo nobili e severi come quelli di una scultura antica.
Ofelia Dolfin, vedova di Alberto Baraglio, un ufficiale delle guardie dogali ucciso in combattimento da Colomba. Ha venticinque anni, ed è anche lei dotata di poteri magici. Ed è una delle persone più vicine a Corrado Naradin, antagonista per eccellenza della trilogia.
Schiacciata dal dolore, Ofelia ora vuole solo vendetta. E' ferrata quanto Colomba nelle arti del combattimento, e il suo unico desiderio è distruggere tutto ciò che ha, fino a lasciarla sola al mondo come si trova lei ora. Solo a quel punto, le due dame potranno affrontarsi in un duello degno di loro. La Dama Bianca contro la Dama Nera. Luce contro tenebra. Ma chi, delle due, è effettivamente dalla parte giusta?
Dietro il fiore appassito e venefico quale appare Ofelia, c'è un'altra donna che non si è rassegnata al proprio destino, e che ora non riesce ad affrontare la perdita di quella felicità che aveva così faticosamente conquistato.
Pur essendo erede di una delle più importanti famiglie veneziane, Ofelia aveva costruito con le sue mani la propria fortuna. Si era guadagnata il rispetto e la stima delle cariche più importanti della città, e inoltre era riuscita a sposare un uomo che amava. Forse, l'amore di Alberto era più importante di qualunque altra cosa, compreso il proprio titolo. Ecco perché ora, sola e accecata dall'odio, non riesce a sfuggire dalla nube nera che lentamente la sta corrodendo.
Ofelia è un'antagonista calcolatrice e crudele, tuttavia la sua non è una luce completamente negativa. Dietro la vendetta, c'è una donna innamorata, una donna ferita. E, dietro al suo dolore, si intravede tutta la sua fragilità, tutta la sua struggente umanità.
Anna Naradin, una nobildonna dalla testa dura
"E' come se sentissi il mondo andare... troppo veloce, ecco".
Se Pietro Longhi l'avesse conosciuta, di certo l'avrebbe voluta all'interno di una delle sue scene di genere. E, molto probabilmente, Rosalba Carriera l'avrebbe ritratta in uno dei suoi pastelli, magari abbozzando i suoi tratti delicati e aristocratici mentre discutevano allegramente di fronte a una tazza di caffè.
Di tutti i miei personaggi, non posso che nutrire un infinito affetto nei confronti di Anna Naradin. Cugina di Colomba di cinque anni più grande, Anna ha tutte le qualità di un'ottima amica: è dolce e altruista, ben poco incline al pettegolezzo e sempre pronta a schierarsi accanto alle persone che ama.
Ma, soprattutto, Anna è una che non si arrende. Della sua infanzia veneziana ha solo vaghi ricordi, ma sa bene che l'esilio che lei e la sua famiglia sono costretti a vivere a Padova è solo l'ennesima prigione dorata costruita dallo zio Corrado Naradin. E che da qualche parte, nel cuore della laguna, c'è un posto che le appartiene.
La Anna che conosciamo all'inizio del romanzo è una ragazza dolce e incredibilmente impacciata. Eppure, nel momento in cui i cugini bussano alla sua porta insieme al passato, qualcosa finisce per scattare in lei. Non possiede particolari abilità come Colomba, eppure inizia ad esercitarsi di nascosto nell'arte della spada. Per essere pronta a combattere, qualora fosse necessario. Un momento che sembra essere sempre più vicino.
Non si arrende, Anna. Nemmeno quando il suo fisico glielo impedisce. Al pari di Colomba, Anna è una che non smette un solo istante di lottare. E' pronta a tutto, pur di raggiungere i propri obiettivi. Ma, soprattutto, Anna ha un cuore infinitamente buono. Il cuore della migliore amica che si possa desiderare.
Margherita, la giovane scienziata
Grandi occhi da cerbiatta e folti riccioli neri perennemente acconciati sulla nuca: impossibile non notarla, mentre si intrufola per i corridoi dell'Università oppure si siede all'ombra degli alberi dell'Orto Botanico, intenta a ritrarre ogni singola meraviglia della natura.
Margherita Sanmicheli è la migliore amica di Anna, ed è l'unica figlia di Antonio Sanmicheli, uno dei più importanti docenti dell'ateneo cittadino, nonché scienziato e inventore. La sua è una famiglia alquanto singolare, dal momento che è cresciuta da sola con un padre spesso bislacco e distratto, ma che in ogni caso le ha permesso di studiare e di vivere esperienze altrimenti precluse a una giovane donna di quell'epoca.
Margherita è molto intelligente e intraprendente. Adora la scienza e si batte a testa alta per i propri diritti. E' assai razionale, e allo stesso tempo è attratta dalla magia, nel momento in cui l'ha vista con i propri occhi. E vuole cercare a tutti i costi una risposta a qualcosa che non si spiega, almeno non dal punto di vista razionale: perché tutto, a questo mondo, ha un'origine e una spiegazione.
Ma, soprattutto, Margherita è una donna anticonformista che non si vuole piegare agli stereotipi dell'epoca, che la vogliono prima di tutto moglie e madre. Basta a se stessa e non cerca l'amore, o perlomeno non lo vede come una necessità. Il suo primo obiettivo è quello di essere libera e indipendente, ma il costo nell'epoca in cui vive rischia di essere molto alto. Riuscirà nel suo intento?
Charlotte, una veneziana a Versailles
Intelligente e dotata di una bellezza fuori dal comune, Charlotte incanta tutti. Soprattutto Luigi, con cui stringe una tenera amicizia sin dagli anni dell'infanzia. Accomunati dalle stesse origini, i due diventano inseparabili. E si ritrovano in maniera del tutto inaspettata, quando il giovane torna ad Avignone per sfuggire alle persecuzioni che stanno insanguinando la laguna. E qualcosa, tra loro, rischia di mettere a repentaglio tutto ciò che hanno costruito fino a quel momento.
Anche perché Charlotte non sa ancora di essere una strega. La sua magia incredibilmente potente si sta risvegliando lentamente dentro di lei, e presto potrebbe rivelarsi una seria minaccia per lei e per chi le sta intorno. A meno che non trovi un Maestro pronto a insegnarle ad usarla. In cambio, però, di rinunciare al mondo sfarzoso che l'attende a Parigi.
Riuscirà la giovane Charlotte ad accettare il proprio destino?
Eccole qua, le ragazze di Luce e Tenebra. Molte di loro sono delle new entry della serie, e rendono il secondo capitolo una storia scritta tutta al femminile. In un'epoca in cui le donne non avevano praticamente voce.
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